La Chiesa Madre di Marsala è curiosamente intitolata a San Tommaso di Becket. La leggenda narra che una nave con un carico di colonne di marmo di Corinto, destinate ad una chiesa inglese dedicata all’Arcivescovo di Canterbury, naufragò proprio nello specchio di mare davanti a Marsala: questo fatto venne interpretato come un segno divino e quelle colonne furono impiegate nella costruzione della Chiesa Madre della città, che da allora porterebbe il nome del martire anglosassone.
Più probabilmente il culto di San Tommaso di Canterbury divenne popolare in Sicilia a seguito del matrimonio del re di Sicilia Guglielmo II con Giovanna Plantageneta, figlia del re d’Inghilterra.
Il primo duomo normanno, infatti, fu eretto intorno al 1176, probabilmente sul sito di un’antica basilica paleocristiana. Dopo innumerevoli interventi e rimaneggiamenti, durati ben 7 secoli, la Chiesa fu consacrata solennemente nel 1821. Nel 1827 venne dotata della cupola, che tuttavia, dopo il rovinoso crollo del 1893, venne ricostruita nel 1951, sulla base di un vecchio progetto di Giuseppe Damiani Almeyda. La parte superiore della facciata, invece, fu completata soltanto tra il 1955 e il 1956.
Le statue marmoree osservabili sulla possente facciata in tufo raffigurano, da sinistra a destra: San Giovanni Battista (protettore della città), Papa Gregorio Magno e Papa Leone Magno (entrambi con la tiara papale) e il Vescovo marsalese Pascasino (con la mitra episcopale).