La Fontana del Vino, collocata in Piazza Francesco Pizzo, venne realizzata nel 1978 da Salvatore Fiume (1915 - 1997), pittore, scultore, scenografo e architetto siciliano di fama internazionale, le cui opere sono esposte in alcuni dei più importanti musei del mondo, quali i Musei Vaticani, l’Ermitage di S. Pietroburgo, il MoMA di New York, il Puškin di Mosca e la Galleria d’Arte Moderna di Milano.
L’opera, che l’artista offrì in dono alla città di Marsala e che raffigura una baccante, allegoria del vino, e un asinello, simbolo del lavoro e dell’impegno degli uomini, nel corso degli anni si è ritagliata uno spazio particolare nell’immaginario dei cittadini lilibetani. La scultura dell’asinello, “sceccu” o “asineddu” in dialetto siciliano, è stata scherzosamente individuata come una sorta di metafora materiale dei marsalesi, storicamente canzonati dai campanilismi con le città limitrofe come “asineddi”. Non molti sanno però che tale appellativo ha un’origine che non ha nulla a che vedere con una fantomatica “imbecillità” collettiva della popolazione marsalese, ma dal frequente consumo che in passato si faceva in città di un pesce povero, comunemente detto “zerro”, ma anche, appunto, “asineddu”.